Ama festival edizione 2015

Ama Festival 2015

Ama Festival 2015. La Cooperativa Ama – Aquilone ogni anno, complice il mezzo culturale dell’Ama Festival, riflette ed elabora una tematica di “uso comune” e dunque una questione che è argomento di confronto interno fra operatori, ospiti e tutti quanti vivono all’interno della Cooperativa. Per questa sua seconda edizione l’Ama–Aquilone ha presentato al confronto con il pubblico un’indagine sulla figura “mitologica” e sempre attuale dell’Uomo nero scomposta, analizzata e riletta per mezzo della teoria dei sei gradi di separazione di Stanley Milgram.

Chi ha paura dell’uomo nero? - I sei gradi di separazione e i capitoli del racconto.

Chi è l’Uomo nero, come e quando nasce, ma soprattutto perché? Che cosa di lui ci fa tanta paura? E ancora, qual è il senso della nostra paura, da dove arriva e dove e a che cosa ci porta? - Ad aprire, sabato 4 luglio è stato l’Uomo Nero e il primo grado di separazione raccontato dallo psichiatra Peppe dall’Acqua, dal giornalista Gabriele Nissim e dal reading dei Wu Ming 2 e Contradamerla. L’oscurità che lo segue come un’ombra è il secondo grado, interpretato dallo psicoterapeuta Claudio Widmann e dal documentarista Marco Cuciani con “ Calma e gesso: in viaggio con Dondero”. L’ombra ci ha accompagnati alla luce, al terzo grado e allo scrittore Aldo Nove, a cui è stato affidato. La luce rivela e svela, ciò che non è illuminato e che non ci è dato conoscere. La luce è dunque la conoscenza e il quarto grado di separazione che ha aperto la giornata di domenica 5 con le lectiones di due filosofi, Marco Vannini e Diego Fusaro, e il racconto della conoscenza astrologica di Marco Pesatori. “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, così Odisseo ci parla dal canto XXVI dell’Inferno Dantesco. Il quinto grado è Odisseo, reso dal filosofo Franco Rella e teatralizzato da Moni Ovadia. Proprio Odisseo il cui nome è acceso dal verbo greco ὀδύσσομαι odýssomai, "odiare", "essere odiato" e dunque "colui che è odiato" e per questo essenza de l’Uomo nero sono Io. L’ultimo grado di separazione, il sesto, ha riportato il pubblico all’inizio del percorso “espositivo” attraverso la conferenza-incontro che ha messo insieme per raccontarci “L’uomo nero sono io” Moni Ovadia, mons. Vinicio Albanesi e Giuseppe Frangi. Secondo la teoria dei sei gradi di separazione, ogni persona è collegata a un’altra attraverso una catena di conoscenze che conta non più di cinque intermediari e Stanley Milgram, mettendoci di fronte alla struttura della rete di relazioni interpersonali che collega le persone di una comunità, ci ha aperto gli occhi sul fatto che non solo siamo tutti connessi, ma viviamo in un mondo dove per connettersi bastano poche strette di mano. Che sia vero o meno, l’Uomo nero all’interno dell’Ama Festival è stato riletto e raccontato in sei gradi e con il contributo di “interpreti” eccellenti. Il Festival inoltre ha caratterizzato questa sua seconda edizione con un approfondimento legato al tatuaggio declinato attraverso le presentazioni degli scrittori Alessandra Castellani e Nicolai Lilin, oltre alla mostra fotografica tematica, realizzata dal fotografo Alessandro d’Angelo. Inoltre ad arricchire l’articolato programma due spettacoli serali. Sabato ha chiuso la prima giornata l’Orchestra di Piazza Vittorio in “ottetto” per l’occasione del Festival. La domenica ha concluso Ascanio Celestini con lo spettacolo teatrale “Racconti d’Estate”.

Ama Festival feat Tattoo. La mostra fotografica e le parole dentro. Ci sono pensieri che si raccontano a parole e parole che rimangono solo nei nostri pensieri. Ci sono momenti, sensazioni e ricordi che si tramandano in racconti. Ci sono persino pensieri trasformati in immagini e desideri, raccolti qua e là fra le pieghe del tempo. Esiste però anche un altro tipo di narrazione forse più decisa e persino feroce, violenta, non nel risultato prodotto, ma nella pratica dell’azione con cui è espressa. L’incisione o meglio l’impressione. L’ago che imprime sulla pelle il colore. Il colore che segue il flusso delle idee dell’impresso e diventa carne. Ci sono molti modi di raccontare se stessi, le immagini, i desideri, i rimpianti, il “malecaduto”, la vita e pure qualche volta la morte. Ci sono modi per marchiare la carne con i sentieri dell’anima e con la strada sbagliata. Con le occasioni perse e le tacche, che dal cuore passano alla pelle. Quando si tratta del nostro corpo, il significato dei simboli non può essere interpretato con la semplice intuizione, ma va cercato nell'inconscio. Ci sono maniere diversamente espresse che raccontano, ma solo una si seppellisce con te, che diventa io, tu e lei in un unicum di carne e inchiostro. Gli scritti sulla pelle, la mostra fotografica e le parole dentro. Ho scritto sulla pelle perché ho il mare che si muove dentro, sono l’andata e il ritorno, la gioia piena e quella vuota. L’Ama Festival ospita per questa sua seconda edizione un approfondimento dedicato al tatuaggio di ieri e oggi. Un viaggio fisico e onirico che ci riporta all’obiettivo primario di raccontare e indagare l’anima, che per questa edizione è, impressa sulla pelle.

Al via la kermesse all’insegna di “Chi ha paura dell’Uomo nero?”

La prima giornata del festival è stata dedicata al racconto del folle, l’immigrato, il diverso, l’ombra e la luce e quindi ai primi tre gradi di separazione, metodo di analisi di “Chi a paura dell’Uomo Nero?” per questa edizione 2015 dell’Ama Festival. Ad aprire la lunga kermesse di ospiti, è stato lo psichiatra Peppe Dell’Acqua che ha avuto la fortuna di iniziare a lavorare con Franco Basaglia fin dai primi giorni triestini, partecipando all’esperienza di trasformazione e chiusura dell’Ospedale Psichiatrico e che ha presentato “Non ho l’arma che uccide il Leone”, il diario fedele di quei giorni che hanno fatto la storia della psichiatria in Italia. In contemporanea la presentazione del libro “La lettera a Hitler” del giornalista, storico e scrittore Gabriele Nissim che nel 2000 ha fondato a Milano il comitato per la foresta dei Giusti – Gariwo Onlus con l’intento di ricordare le figure esemplari di resistenza morale. Sempre legato al tema l’Uomo nero, è stato il reading dei Wu Ming 2 e Contradamerla con lo spettacolo Surgelati, opera a dieci mani per scrittore e gruppo rock. L’itinerario alla scoperta dell’Uomo nero, ci ha accompagnati all’ombra, riletta attraverso la lectio “Il fascino dell’ombra e i patti col diavolo” dello psicoterapeuta Claudio Widmann, uno dei più noti e fecondi autori, nel panorama italiano, della psicologia junghiana. Al racconto junghiano dell’ombra è subentrata, la presentazione del documentario “Calma e gesso: in viaggio con Dondero” di Marco Cruciani, un tragitto di pensieri e di azioni da cui emerge uno spaccato di cronaca nazionale ed internazionale vissuto in prima persona dagli anni ‘50 ad oggi dal fotoreporter Mario Dondero. L’ombra ci ha poi accompagnati alla luce, al terzo grado e allo scrittore e poeta Aldo Nove con il suo libro “Tutta la luce del mondo”, la biografia romanzata di San Francesco, vista attraverso gli occhi del nipote del Santo di Assisi. Il Festival inoltre ha caratterizzato questa sua seconda edizione con un approfondimento legato all'epopea del tatuaggio, da stigma a moda con la presentazione, del libro “Storia sociale dei tatuaggi” dell’antropologa Alessandra Castellani

L’Ama Festival si chiude nel segno de “L’Uomo nero sono io”

La domenica apre con l’analisi della conoscenza. La luce è la conoscenza e dunque il quarto grado di separazione che è stato analizzato, attraverso le lectiones di due filosofi, Marco Vannini studioso di mistica e dal 1998 professore di Storia della Mistica all’Istituto di Scienze Religiose di Trento con l’intervento “Conosci te stesso: mistica e/o psicologia” e Diego Fusaro docente di storia della filosofia all’Università San Raffaele di Milano, studioso della filosofia della storia e delle strutture della temporalità storica con “Elogio della pluralità. Contro il modello unico globale”. Ha concluso le sessioni dedicate alla conoscenza, Marco Pesatori, scrittore, astrologo e autore inoltre de “La settimana di Pesatori” su D. La Repubblica con “Lo Zodiaco: la dolce scienza del tempo”. Dalla conoscenza si è passati poi all’Ulisse e del quinto grado, reso dal filosofo e saggista Franco Rella e teatralizzato dall’attore e drammaturgo Moni Ovadia con l’intervento, “Il senso del viaggio”. Proprio Ulisse, il cui nome è acceso dal verbo greco ὀδύσσομαι odýssomai, "odiare", "essere odiato" e dunque "colui che è odiato" e per questo essenza de l’Uomo nero sono Io. L’ultimo grado di separazione, il sesto che ha riportato il pubblico all’inizio del percorso “espositivo” attraverso la conferenza-incontro che ha messo insieme per raccontarci “L’uomo nero sono io”: Moni Ovadia, mons. Vinicio Albanesi e il direttore del magazine “Vita” Giuseppe Frangi, a moderare l’incontro. Il tema trasversale legato, per quest’edizione 2015, al tatuaggio diviene per la giornata di domenica, il racconto scritto in una lingua segreta, sofferto sulla pelle e presentato, dallo scrittore e artista Nicolai Lilin, autore fra gli altri di “Educazione Siberiana”, il successo editoriale tradotto in 14 lingue e distribuito in 19 paesi, da cui il premio Oscar Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film. Con il libro “Storie sulla pelle” Nicolai Lilin, accostando parole e disegni, ci ha guidati nel labirinto di una tradizione antichissima, offrendoci, di fatto, il capitolo più misterioso della sua educazione siberiana. Ha chiuso l’Ama Festival Ascanio Celestini, con lo spettacolo teatrale, “Racconti d’estate”.

Fof Circus Ama Festival edition con la Di Filippo Marionette, Ete Clown, gli acrobati del Duo Kaos, il giocoliere Giorgio Bertolotti e il mangiafuoco Raul Somarriba.

Jam Session Jazz . Gli anni 20 e i tempi moderni con Giacinto Cistola, Stefano Cicconi, Valerio Ricci, Mirko Amabili, Pierpaolo Pica, Alessandro Olori, Matteo Mariani, Dario di Giammartino, Roberto Marchetti.

L’Ama Festival è patrocinato dalla Regione Marche e dall’Assemblea Legislativa della Regione Marche ed è realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Prosolidar Onlus.

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Programma Ama Festival 2015

Gli ospiti

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