Ecco come porre “un limite all’azzardo”. Le richieste ai candidati

Ecco come porre “un limite all’azzardo”. Le richieste ai candidati
Poteri di controllo sulla diffusione dei giochi sul territorio a sindaci e giunte comunali, nessuna variabilità della tassazione sui giochi, portare a termine il percorso per l’inserimento del gioco patologico nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), regolamentare la pubblicità e vincolare l’1% del fatturato annuo al finanziamento della prevenzione e della cura. Sono queste alcune delle richieste avanzate al mondo politico dalla campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo “Mettiamoci in gioco”, lanciata questa mattina con una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Madama, a Roma. La campagna è promossa da un cartello di 22 organizzazioni (Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Auser, Avviso Publbico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, Federserd, Fict, Fitel, Fondazione Pime, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Shaker, Uisp) che questa mattina hanno rivolto un appello in otto punti ai candidati per chiedere di mettere un “limite all’azzardo”. Tra le altre richieste delle associazioni, anche quella di vincolare l’esercizio delle concessioni al rispetto del codice di autoregolamentazione pubblicitaria, un’authority di controllo esterna ad Aams con capacità sanzionatorie, la moratoria sull’introduzione di nuovi giochi fino a che non ci siano risultati dalle ricerche sui rischi e un registro unico nazionale delle persone che chiedono l’autoesclusione dai siti di gioco d’azzardo. Secondo le associazioni, oggi in Italia i giocatori in condizione patologica o ad alto rischio di dipendenza sono in circa 800 mila e sono in rapido aumento sia i costi per il sistema sanitario, sia il ricorso all’usura e le infiltrazioni mafiose, sia separazioni e divorzi causati da situazioni di dipendenza. “La politica su questi temi soffre da anni umiliazione da parte delle lobby che gestiscono il business del gioco d’azzardo. Gioco che è diventato un bene privato, tutelato e coperto da leggi compiacenti – ha denunciato don Armando Zappolini, coordinatore della campagna -. Un bene privato che si accompagna ad un male comune”. A lanciare l’allarme sui legami tra gioco e usura Attilio Simeone, coordinatore di “Insieme contro l’azzardo”, secondo cui “il 40% dell’usura che oggi circola in Italia è determinato direttamente o indirettamente dal gioco d’azzardo”. Per Paolo Merello, della Fict, “c’è un forte e continuo aumento di soggetti che si rivolgono alle nostre strutture per essere curati. E la politica è assente”. O forse non proprio del tutto, ha spiegato invece Matteo Iori, presidente del Conagga, che durante la conferenza ha snocciolato le varie responsabilità dei governi nel “non contenere la domanda e l’offerta di gioco”. Si parte da Prodi nel ’97, con la doppia giocata di Lotto, Superenalotto e le sale scommesse, passando per il governo D’Alena del 1999, con la nascita delle sale Bingo. Con Berlusconi nel 2003 arrivano le Slot machine. In un’altra parentesi di Prodi, tra il 2007 e il 2008 diventa legale il gioco online, per tornare di nuovo a Berlusconi con l’introduzione di altri giochi con una spesa che è passata dai 14,3 miliardi di euro incassati nel 2000 agli 85 miliardi del 2012. Un giro di soldi che però non fa volare l’economia, denunciano le associazioni e secondo Maurizio Fiasco, della Consulta nazionale antiusura, neanche i fortunati vincitori visto che se nel 2012 le vincite erano di 920 milioni, nel 1994 erano (valore attualizzato) raggiungevano quota 1.850 milioni. “Il gioco d’azzardo agisce come un fattore depressivo per l’economia – ha spiegato Fiasco -, sottrae domanda all’offerta di beni e servizi a loro volta volano di una ripresa economica. La tassazione media è scesa sotto il 10% e scenderà ancora di più. Questo effetto depressivo per l’economia fa generare un’ulteriore fattore strutturale di aumento del debito pubblico”. Dal vice presidente del Senato, Vannino Chiti, però, arriva uno spiraglio e un auspicio per il futuro. “Una volta che il Parlamento sarà costituito – ha detto al termine della conferenza stampa -, si potrà fare un intergruppo parlamentare in modo che ci sia un coordinamento mi auguro con i rappresentati di tutti i gruppi, che possa con continuità incontrarsi con le associazioni e valutare insieme le iniziative prioritarie e le battaglie comuni da fare”. (ga) www.redattoresociale.it
21/02/2013

Casa Ama

visita anche i nostri siti
Ama Lavoro Ama Terra Ama Festival La Scuola Ama