Ama. Da scoprire

Ama. Da scoprire

Donare amore significa creare un clima di equilibrio e, alla fin fine, cercare insieme la felicità. Il recupero delle capacità dello spirito produce ciò che è chiamata pace. Non soltanto in termini materiali (assenza di competizione e di guerra), ma anche spirituali. 

 
La parola amare, da cui «ama» che è indicativo o imperativo, è inflazionata. I suggerimenti e le indicazioni si sono allargati oltre le persone: agli oggetti, ai profumi, ai dolci, agli animali, ai paesaggi, alle gite e ad ogni altra occasione che possa offrire felicità o piacere.
Una mercificazione che ha raggiunto livelli parossistici. Se è indice di ricerca di benessere, le destinazioni sono scese talmente in basso, che si possono amare il cappello, gli stivali, la borsa o la cravatta, il cane, il gatto, i pesci. Segni non buoni, perché significa aver screditato le emozioni, i sentimenti, i pensieri. [...] Tutto ciò assorbe energie: in alcuni casi si traduce in ossessione. La personalità si impoverisce e non ha strumenti per dialogare con altri, se non per proporre gli unici valori della bellezza, della giovinezza e della ricchezza che, ben che vada, restringe contatti e, senza offesa, la normalità delle relazioni. 
La sintesi razionale, anche se immersa nella società dei consumi, ha dei bar- lumi di riflessione complessiva. Ci si rende conto, al di là delle risorse economiche, che la vita è complessa. I sentimenti di amicizia, le considerazioni sociali, economiche, culturali, politiche, non scompaiono d’incanto. Gli eventi della vita costringono alla riflessione più profonda della propria condizione: quasi sempre prove e dolori diventano occasioni per ripensare ai significati del mondo, della propria storia, degli eventi che coinvolgono la famiglia e coloro che sono accanto. 
Da qui un’incertezza che non abbatte i desideri dei beni materiali, ma spinge a ricollocarli nel contesto vitale che dimostra che non si è, né si può essere, puri consumatori. Si scopre l’imperfezione. Attribuita alla natura, a volte ritenuta ingiusta, a volte semplicemente subita. [...] 
La parola amare, nel contesto classico, si riferiva a due circostanze: affettività e amore vero e proprio. Non sono due sentimenti uguali, anche se all’affettività consegue spesso l’amore. L’affettività implica emozioni: reazioni di empatia e di vicinanza, pur sempre nella sfera superficiale e improvvisa dei sensi. L’amore più profondo sembra scomparso dall’orizzonte del vissuto. Non si ama più Dio, il prossimo, la propria terra e i propri costumi. Il cerchio dell’individualismo è diventato sempre più stretto. Gli esempi sono molti: dalla famiglia, alla propria città; dai figli ai compagni dei propri figli, dai propri consuetudini alle tendenze. L’orizzonte non ha più uno schema generale di riferimento. 
Esiste il rischio terribile della solitudine, per la quale nessuno strumento materiale è efficace. Da qui la scoperta dell’amore. Può essere definito in molti modi. In questa occasione significa aprirsi all’altro, prendendosene cura, farlo diventare se stesso. 
Se ciò è facile in ambienti di affettività (famiglia, amicizia), diventa impegno di apertura e di intelligenza per rivolgerlo altrove: anche se non si conosce, anche se non si basa sugli affetti. 
Amare significa riprendere le considerazioni della propria vita, che non può essere vissuta in solitudine. L’altro non solo è aiuto, ma compagnia, vicinanza, perdono, sicurezza. Occorrono intelligenza e volontà per creare la cultura dell’amore: una visione positiva che, al di là delle difficoltà, è capace di leggere gli elementi positivi della presenza esterna. 
Donare amore significa creare un clima di equilibrio e, alla fin fine, cercare insieme la felicità. Il recupero delle capacità dello spirito produce ciò che è chiamata pace. Non soltanto in termini materiali (assenza di competizione e di guerra), ma anche spirituali. Uno sguardo ampio, comprensivo, aperto e, infine, coraggioso. Solo così la comunità internazionale può effettivamente progredire. È il sogno di una umanità veramente umana, perché, prima che donativa è intelligente. 
In questo sforzo è d’aiuto la natura: essa non dimentica e non perdona. Se l’assecondiamo troveremo equilibrio, altrimenti manderà segnali di squilibri e di mali. 
 
09/11/2022

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