Comunicazione sociale: l'importanza delle parole, delle immagini e dei new media

Partendo da Robert Capa, fotografo statunitense che si rifiutò di scattare fotografie all'orrore dei campi di concentramento, Marco Dotti ci fa riflettere su come le immagini, veicolate dai media, possano influenzare la nostra visione del mondo e degli accadimenti che ci circondano.
Gli operatori della comunicazione sono responsabili della scelta delle immagini e delle parole che vengono utilizzate e, soprattutto, della loro interazione.

Il sistema dei media è autoreferenziale, decontestualizza, delocalizza, permettendoci di essere in “territori anonimi” dal computer di casa, che ci propone notizie che appaiono e scompaiono secondo un'agenda predefinita, per produrre un effetto di indignazione influenzata che spesso sfocia nella confusione di chi fruisce queste informazioni. A questo proposito Dotti parla di “spirale del silenzio”: un sistema per cui si toccano i margini di una notizia senza addentrarsi mai nel “centro”, che resta così fuori dalla portate della popolazione.

Il grande compito degli operatori della comunicazione è proprio mostrare il centro della spirale, offrendo uno sguardo sui piccoli dettagli che lo compongono e che rimangono nascosti dai media principali.
“È facile decidere sulle grandi cose, ma su quelle quotidiane come si sceglie?”. La libertà di opinione non si limita alla libertà di stampa, ma vuol dire avere tutti gli strumenti necessari alla comprensione del mondo, per permettere la formazione di un'opinione critica. Secondo Dotti il sistema dell'informazione in cui viviamo opera un'autocensura delle notizie, che è più pericolosa di una “censura di stato”, poiché produce un'imbecillità di sistema che mette in crisi anche i sistemi educativi.

Gli operatori della comunicazione sociale devono rompere questo sistema ed hanno nei new media i mezzi per riuscire a far parlare di ciò che interessa. Le stesse parole utilizzate sul web richiamano i concetti di una realtà connessa: sociale, rete, comunità.
“Facciamo cose bellissime di cui nessuno sa nulla”. Grazie anche all'abbattimento dei costi, la comunicazione non profit può insistere su temi importanti non solo per far conoscere se stessa, ma soprattutto per far crescere la consapevolezza collettiva.

21/04/2017

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