Droghe di sintesi NPS. nuovi prodotti di sintesi 'Legal High' La Nuova Zelanda sta per legalizzarle

 Droghe di sintesi NPS. nuovi prodotti di sintesi 'Legal High' La Nuova Zelanda sta per legalizzarle

Questa settimana, la nuova legge sulle sostanze psicoattive arriva alla terza ed ultima lettura all'Assemblea Nazionale neozelandese. Questa legge permette di legalizzare alcune “legal high”, nuovi prodotti di sintesi creati per imitare gli effetti delle droghe illecite e non sottostare ai relativi controlli.
Secondo il rapporto mondiale sulle droghe 2013, mentre le droghe tradizionali come eroina o cocaina sono stabili, i consumi dei nuovi prodotti di sintesi (NPS) si espandono in tutti i continenti. Gli Stati membri dell'ONU ne hanno segnalate 251 a meta' del 2012 rispetto alle 166 della fine del 2009, cioe' un aumento del 50%. Il numero delle NSP, per la prima volta, supera quello complessivo delle sostanze sotto controllo internazionale (234). Questo ci fa capire la dimensione del fenomeno, e serve a ricordarci la storia delle droghe, della loro comparsa, quella del caffe', quella del tabacco o dei suoi derivati, cosi' come quella dell'eroina con l'invenzione della siringa e i progressi della chimica. Siamo probabilmente all'avvio di una nuova pagina di questa storia, che crescera' grazie ai social network, l'e-Book, con lo streaming dei suoni e delle immagini, con la sigaretta elettronica, etc...
Le NPS rappresentano gia' un mercato importante. Nell'Unione Europea, circa il 5% delle persone tra i 15 e i 24 anni le hanno gia' consumate, e questo e' un quinto delle persone che hanno gia' consumato cannabis e circa la meta' delle persone che hanno gia' consumato altre droghe. Circa i tre quarti dell'insieme dei consumatori europei di NPS si concentrano in cinque Paesi. Regno Unito (23% di tutta la UE), Polonia (17%), Francia (14%), Germania (12%) e Spagna (8%). In Usa, il consumo di NPS, con l'eccezione della cannabis, e' il piu' frequente di qualunque altro tipo di droghe. Internet gioca un ruolo importante nel commercio delle NPS: l'88% dei Paesi che hanno risposto all'inchiesta dell'UNODC hanno fatto sapere che esse rappresentano la principale fonte di approvvigionamento dei propri mercati.
Il sistema di controllo delle droghe tradizionali e' messo in tilt da questa modernizzazione delle sostanze. Mettere sotto controllo e' un processo lungo e costoso, mentre le autorita' devono provare, per poterle vietare, che le sostanze siano nocive. Questo coinvolge il lavoro della polizia, dei doganieri, delle aule di tribunale, delle autorita' che controllano import ed export e della autorita' sanitarie. L'UNODC evidenzia che questi meccanismi possano essere superiori alle possibilita' di alcuni Stati, sopratutto per “le infinite possibilita' di alterazione della struttura chimica delle NSP, le nuove formule compaiono piu' velocemente che non gli sforzi per imporre un controllo internazionale in materia”.
In mancanza di un coordinamento internazionale, ogni Stato sperimenta da se' le proprie modalita' di controllo. Ancuni Stati, come il Regno Unito, hanno provvisoriamente classificato le nuove molecole come farmaci, restringendone cosi' la vendita, l'importazione, la distribuzione, ma non penalizzando i consumatori. Altri come la Francia, per le cathinone (tra cui il mefedrone) cominciano ad adottare simili classificazioni, per cui tutte le molecole di una medesima famiglia sono vietate, allargando il divieto e la penalizzazione dei consumatori. La Nuova Zelanda ha optato per un approccio originale, rompendo gli schemi dei controlli delle droghe tradizionali e regolamentandone il consumo, la vendita e la produzione, cosi' come si fa in tanti altri Paesi col gioco d'azzardo.
Una legge di regolamentazione
Il progetto neozelandese sulle sostanze psicoattive prevede una industria legale ma controllata, che dovrebbe muovere 250 milioni di dollari in dieci anni vendendo prodotti che imitano gli effetti delle sostanze illegali, come cannabis ed ecstasy.
Lo scopo principale di questa legge e proteggere i giovani. Peter Dunne, ministro della Sanita', ha dichiarato: “non ho problemi rispetto ai grandi cambiamenti che rendono le cose piu' sicure per i giovani neozelandesi... Il problema, in passato, e' stato che noi avevamo un mercato totalmente senza regole, dove non si sapeva che tipo di sostanze contenevano questi prodotti”.
Il progetto di legge e' anche un progetto di riduzione del danno. C'e' un capovolgimento della prova: lo Stato non deve piu' dimostrare che le sostanze siano pericolose, ma i fabbricanti devono provare con degli studi, che costano fino a 2 milioni di dollari ognuno e di cui loro si fanno carico del costo, che questi prodotti sono a “basso rischio” (e non “senza rischio”).
Ogni produttore dovra' ottenere una licenza di fabbricazione che rispetti questa norma, e solo dopo potra' distribuire il proprio prodotto attraverso un canale limitato con alcune restrizioni per la vendita: divieto di vendita ai minori o nei negozi non specializzati. I prodotti confezionati riporteranno dei consigli come quelli del Centro nazionale antiveleni. Le autorita' locali avranno un piu' ampio spettro per controllare e proibire queste sostanze.
Secondo i documenti pubblicati dal ministero della Sanita', si ritiene che saranno dieci le domande presentate il primo anno per la relativa classificazione delle sostanze. Le licenze per questi nuovi prodotti di sintesi saranno relative alla cannabis sintetica (ma non solo). Gli industriali del “legal high” stanno gia' per fare dei test preliminari sui vaporizzatori, un dispositivo per inalare le sostanze psicoattive simile alle sigarette elettroniche, ma che consentira' di consumare cannabis sintetica. Una similitudine che ci fa porre piu' di una domanda, visto che la Nuova Zelanda e' uno di quei Paesi dove si discute di un divieto totale del tabacco.
Di fornte alla diffusione delle NPS non possiamo comportarci come in passato. Le NPS mettono in discussione l'inadeguatezza del quadro legale concepito in un'epoca diversa e per altri problemi. Inadeguatezza che sottolinea la vetusta' di questo sistema che ha piu' di 40 anni, elaborato quando non c'era Internet, all'alba della societa' delle dipendenze. La Nuova Zelanda ne e' consapevole e sta per creare uno dei primi mercati aperto e regolamentato delle droghe ricreative al mondo. Ma senza dove andare fin la', le NPS offrono una opportunita' di sperimentare nuove soluzioni di regolamentazione che non passino piu' per la criminalizzazione del consumo e dei consumatori. E questo e' gia' un bene.

(articolo di Pierre Chappard e Jean-Pierre Couteron, pubblicato sul quotidiano "Le Monde" del 11/07/2013) 

15/07/2013

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