'Motu Proprio'; le svolte storiche di Papa Francesco. Rivoluziona il codice penale Vaticano

Con un importante motu proprio Papa Francesco ha deciso di abolire l'ergastolo nell'ambito della riforma del diritto penale in vigore nello stato Vaticano. La pena è stata sostituita con la reclusione da 30 a 35 anni di carcere.
Ma è solo una delle novità introdotte da Papa Bergolgio che con l'iniziativa di oggi prosegue quella riforma iniziata da Benedetto XVI alla fine del 2010 per dotare la Santa Sede di strumenti per prevenire e contrastare la criminalità, favorendo la cooperazione giudiziaria internazionale anche su riciclaggio e terrorismo.
Giro di vite anche sulla corruzione amministrativa a tutela della correttezza dei comportamenti pubblici. Potenziati i poteri cautelari a disposizione dell'Autorità giudiziaria con l'aggiornamento della disciplina della confisca, potenziata dall'introduzione della misura del blocco preventivo dei beni. Previsto un aumento delle pene per la sottrazione di documenti riservati dagli uffici vaticani, qualora i documenti abbiano particolare rilievo.
Importante passo avanti anche nella lotta contro gli abusi sessuali con la ridefinizione della categoria dei delitti contro i minori tra i quali sono da segnalare: la vendita, la prostituzione, l'arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori. Reati che potranno essere contestati non solo a tutti gli officiali e dipendenti della Curia Romana ma anche i nunzi apostolici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, nonché i dipendenti di organismi e istituzioni collegati alla Santa Sede indipendentemente dal fatto che si trovino sul territorio dello Stato della Città del Vaticano.
Introdotti anche reati contro l'umanità come genocidio, apartheid e il delitto di tortura.