Accoglienza minori stranieri, i comuni si tirano indietro

Accoglienza minori stranieri, i comuni si tirano indietro

 E’ emergenza per i minori stranieri non accompagnati. Mentre continuano gli sbarchi, i centri di prima accoglienza della Sicilia (Lampedusa, Ragusa, Pozzallo) scoppiano e i comuni diffidano le comunità dall’accogliere perché non hanno fondi. Così i minori stranieri non accompagnati restano nei centri di prima accoglienza, in attesa del trasferimento. In Sicilia, in base ai dati di Save the Children, al 20 luglio risultavano in attesa di collocazione 326 minori stranieri non accompagnati.

“C’è una tendenza generalizzata dei comuni a diffidare le comunità dall’accogliere i minori - spiega Viviana Valastro di Save the children - I comuni dicono di non essere in grado di sostenere le spese della presa in carico, perché non ci sono risorse certe e già disponibili e così i minori restano in attesa di un collocamento, in luoghi provvisori e del tutto inadeguati”. “Noi capiamo le difficoltà dei comuni – continua Valastro – ma riteniamo anche che i minori vadano tutelati e che le istituzioni devono farsi carico di questo. Restiamo così in attesa di capire chi deve pagare”.
I fondi. Ecco come sonoripartite le somme per i minori stranieri non accompagnati.Da una parte c’è il fondo destinato a minori richiedenti asilo, finanziato per il 2013 con 5 milioni di euro dal ministero dell’Interno, ma poco conosciuto e sottoutilizzato. Nella circolare 3676 del 24 aprile 2013, il ministero dell’Interno ha disposto lo stanziamento destinato al rimborso delle spese di accoglienza sostenute dai comuni. Tali fondi permettono la copertura, fino ad un massimo di 70 euro ciascuno al giorno, delle spese sostenute per l’accoglienza, dal momento della formalizzazione della domanda di asilo e fino all’inserimento degli stessi nelle strutture Sprar. Per inoltrare le richieste di rimborso, i comuni devono trasmettere alla prefettura territorialmente competente tutta la documentazione che attesta le spese sostenute nel periodo di riferimento.
Per tutti gli altri, ovvero per i minori non richiedenti asilo, ci sarebbero sempre per il 2013, 5 milioni di euro provenienti dal Fondo politiche sociali, del tutto insufficienti a coprire le spese dei comuni per l’accoglienza. Per questo i comuni non se la sentono di rischiare, e si crea così un corto circuito che lascia i minori nel limbo dei centri di prima accoglienza. La legge italiana prevede l’inespellibilità dei minori di 18 anni e non discrimina tra richiedenti asilo e non. I comuni hanno l’obbligo di accogliere i minori che a loro volta hanno diritto a stare nelle comunità autorizzate/accreditate dalle regioni, normalmente con non più di 10 posti.

I dati. Secondo i dati della Direzione generale immigrazione del ministero del Lavoro e politiche sociali, aggiornati al 31 luglio 2013, i minori segnalati presenti nelle comunità sono 5950. Altri 1452 precedentemente accolti dalle comunità, risultano irreperibili. In totale sono 7402. I maschi sono 5587, il 93 per cento del totale. Il 58 per cento ha 17 anni: 3451. Il 22 per cento ha 16 anni: 1329. I primi cinque paesi di provenienza sono il Bangladesgh: 1448; l'Egitto: 1133; l'Albania: 758; l'Afghanistan: 476; la Somalia: 472.

Secondo i dati ufficiali riferiti da Save the children, dall’inizio del 2013 all’8 luglio risultano essere arrivati via mare sulle coste italiane 9.070 migranti di cui 799 donne e 1.424 minori, per la maggior parte (1.257) non accompagnati. Nello stesso periodo del 2012 gli arrivi via mare erano stati circa la metà sia complessivamente (4.515), che di donne (322) e minori (776, di cui 628 non accompagnati)

08/08/2013

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