Ama Festival, “Chi ha paura dell’uomo nero?” - I sei gradi di separazione e i capitoli del racconto.

Chi è l’Uomo nero, come e quando nasce, ma soprattutto perché? - Che cosa di lui ci fa tanta paura? – E ancora, qual è il senso della nostra paura, da dove arriva e dove, e a che cosa ci porta? – L’oscurità che lo segue come un’ombra ci accompagna alla luce. La luce rivela e svela, ciò che non è illuminato e che non ci è dato conoscere. La luce è dunque la conoscenza. “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, così Odisseo ci parla dal canto XXVI° dell’Inferno dantesco. Proprio Odisseo il cui nome è acceso dal verbo greco ‪ὀδύσσομαι‬ odýssomai, "odiare", "essere odiato" e dunque "colui che è odiato" e per questo essenza de l’Uomo nero sono Io. Secondo la teoria dei sei gradi di separazione, ogni persona è collegata a un’altra attraverso una catena di conoscenze che conta non più di cinque intermediari e Stanley Milgram mettendoci difronte alla struttura della rete di relazioni interpersonali che collega le persone di una comunità, ci ha aperto gli occhi sul fatto che non solo siamo tutti connessi, ma viviamo in un mondo dove per connettersi ‬bastano poche strette di mano. Che sia vero o meno, l’Uomo nero oggi all’interno dell’Ama Festival è riletto e raccontato in sei gradi e con il contributo di “interpreti” eccellenti.‬‬ Ciò che vive nel cono d’ombra, quello che non conosco ma giudico. Il diverso, lo straniero, il folle. L’apparenza che inganna. La direzione opposta e contraria. L’immagine riflessa nello specchio e il lato più oscuro. Fra leggenda e realtà tradotto attraverso le lenti d’ingrandimento della filosofia, dell’antropologia, della letteratura, dell’arte e non solo “Chi ha paura dell’Uomo nero?” – E ancora di più: hai paura dell’Uomo Nero?‬‬‬‬‬ 

30/04/2015

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