Chi paga l'Imu? Sicuramente non la 'Lobby New Slot'

Chi paga l'Imu? Sicuramente non la 'Lobby New Slot'

Riportiamo l'intervento di Matteo Iori, presidente del Coordinamento nazionale dei gruppi per i giocatori d’azzardo (Conagga). Qualche giorno fa commenta così l’idea, al vaglio del Consiglio dei Ministri, di una sanatoria per le maxi multe comminate nel febbraio 2012 dalla Corte dei Conti a 10 concessionari di New Slot, per recuperare una parte del mancato incasso dell’Imu appena abolita.

“Ridurre le multe alle concessionarie delle New Slot al 25 per cento pur di avere i soldi subito, sarebbe molto grave”. Stiamo parlando di multe per 2,5 miliardi di euro che, per effetto della sanatoria, si ridurrebbero a poco più di 600 milioni di euro, da pagare entro il 15 novembre. “Se c’è stata una sanzione per motivi che la Magistratura ha ritenuto validi, sarebbe vergognoso ridurla per fare cassa, tanto più per il significato etico che ha”. Le multe erano state comminate, infatti, per il mancato collegamento delle macchinette alla rete telematica di proprietà dello Stato, gestita da Sogei, e per il mancato rispetto di alcuni livelli di servizio nella trasmissione di dati degli apparecchi di gioco nel periodo 2004-2006.  “Quest’idea mi ricorda quella attuata dal ministro Tremonti all’epoca del Governo Berlusconi (decreto Abruzzo 2009) quando vendette 56 mila licenze di videolottery a 15 mila euro l’una con la promessa di far pagare poche tasse – dice il presidente del Conagga – ovvero far pagare un prezzo molto alto subito e poi percentuali molto basse di tasse, dal 2 al 3 per cento”. Una sanatoria per le multe alle New Slot sarebbe, conclude Iori, “un modo di fare cassa che non è rispettoso dei cittadini che pagano le tasse, poco lungimirante perché un domani il governo potrebbe incassare i 2,5 miliardi di euro delle multe, e poco corretto dal punto di vista morale”.

In sintesi potremmo dire che i concessionari dei giochi d’azzardo usciranno indenni (e rinforzati) dalla contestazione iniziale di avere eluso ben 93 miliardi di euro.  L’iniziale contestazione era stata ridotta, dopo riconteggi vari, al pagamento della somma di circa 2 miliardi e mezzo di euro. I concessionari, ancora non contenti avevano fatto ricorso, certo, e il governo ha pensato bene, di voler chiudere i conti facendo pagare loro solo il 30 per cento della somma già rivisitata: in pratica una cifre oscillante tra i 600 e gli 800 milioni. Una manciata di spiccioli. Una elemosina, e si sono tutti lavati la coscienza. 

30/08/2013

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