Droghe, 'Roma lasciata in grande difficoltà'. Protestano gli operatori

“In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, in cui si allarga l’area del disagio, a Roma si taglia sui servizi e si decide così di lasciare la città in una situazione di estrema difficoltà”. Usa parole dure, Carlo De Angelis, presidente del Cnca Lazio, per spiegare i motivi del presidio in corso da questa mattina alla stazione Tiburtina di Roma, degli operatori sociali. All’origine della protesta la decisione da parte dell’Agenzia sulle tossicodipendenze (Act) capitolina di chiudere due servizi diurni e uno notturno a bassa soglia, che da oltre dieci anni accoglievano persone tossicodipendenti e senza fissa dimora: il centro diurno di scalo San Lorenzo, gestito dalla cooperativa Parsec, e il centro diurno e notturno Aldea, gestito dall’associazione La Tenda e dalla cooperativa Il cammino. “In meno di un anno con il nuovo piano cittadino, l’Act e la giunta Alemanno, hanno cancellato diritti e opportunità per i cittadini più fragili – aggiunge De Angelis – c’è un vero e proprio attacco ai livelli essenziali di assistenza. Da tempo sono stati annullati i servizi sul territorio e le risorse per le politiche sociali sono state ridotte del 75 per cento. S è passati dall’assistenza domiciliare agli arresti domiciliari. Mentre parallelamente sono stati indetti due bandi, rispettivamente di due milioni e duecentomila euro e di 180 mila euro, per costruire una banca dati sui servizi sociali e per un servizio di geolocalizzazione. È una situazione inaccettabile”. Gli operatori dei centri costretti a chiudere hanno deciso di manifestare simbolicamente davanti alla stazione, nonostante la pioggia battente, per sottolineare come il Comune abbia scelto di lasciare gli utenti più fragili “sotto i ponti”. “I nostri servizi sono nati all’inizio del 2000 con l’idea di un nuovo paradigma di intervento: aumentare i servizi a bassa soglia, sia diurni che notturni, sul territorio di facile accesso, per dare la possibilità agli utenti in difficoltà di poter avere una risposta immediata – sottolinea Daniela Cerri della cooperativa Parsec -. Con la decisione dell’Act, nell’ultimo anno Roma passa da 6 centri diurni e 3 notturni a bassa soglia a due soli centri, uno diurno e uno notturno, su tutto il territorio capitolino”. In dieci anni i centri gestiti da Parsec hanno accolto oltre 800 persone, con una media di 80 all’anno, per la maggior parte si tratta di persone straniere e/o senza dimora con problemi di dipendenza da alcool e droga. “Da un giorno all’altro ci siamo trovati costretti a chiudere –aggiunge Cerri – e a dire ai nostri utenti che dovevamo interrompere il percorso che stavamo portando avanti insieme”. Nei servizi cancellati gli utenti potevano trovare cibo, ma anche un letto e una doccia, essere orientati verso i servizi sociosanitari, fare visite di controllo e iniziare percorsi di cura e di affrancamento dalle sostanze. “La notizia dell’imminente chiusura è arrivata tramite fax il 20 dicembre, ci veniva comunicato che entro dieci giorni avremmo dovuto sospendere le attività, dire agli ospiti che non potevamo più aiutarli e ai lavoratori che a fine mese avrebbero perso il lavoro – afferma Annamaria Loguercio, presidente dell’associazione La Tenda-. Abbiamo provato un’interlocuzione con l’Agenzia sulle tossicodipendenze ma non abbiamo ottenuto risposta. Nell’ultimo anno i nostri progetti sono andavano avanti di mese in mese, in una situazione di precarietà totale”. Poco distante dal presidio un’unità di strada dell’associazione distribuisce the caldo ai senza dimora: "Si tratta di uno dei progetti di riduzione del danno che distribuisce siringhe sterili, preservativi e pasti caldi. Siamo riusciti a mantenerloe in piedi perché è finanziato dalla regione e speriamo si salvi” conclude Loguercio. Al presidio erano presenti anche alcuni esponenti politici come Luigi Nieri, Daniele Azzimo e Gemma Azuni. (ec) © Copyright Redattore Sociale

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24/01/2013

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